mercoledì 8 febbraio 2012

In bianco e nero le maschere tradizionali di Ghilarza

Domenica 12 febbraio, dal primo pomeriggio, si svolgerà a Ghilarza (Oristano) su Carruzu a s'antiga, il carnevale tradizionale del paese.
Su carruzu è una manifestazione itinerante per le vie del paese che continua a rispettare buona parte dell'antico percorso che sos sòtzios (gruppi di persone che per tutto il carnevale si riunivano nelle abitazioni private per ballare) percorrevano nelle domeniche di carnevale, fermandosi nelle piazze per ballare le danze tradizionali al suono dell'organetto o della fisarmonica. Il nome sardo viene dalla parola genovese “carruggio” che significa 'vicolo, via stretta', come sono le strade del centro storico percorse dai protagonisti della giornata: i costumi, ma soprattutto sas màscheras a lentzolu e sos burrones, le maschere tradizionali del paese.

Sas màscheras a lentzolu indossano una camicia bianca e una tunica lunga sino ai piedi, ottenuta da un lenzuolo bianco stretto in vita e sul capo con un nastro colorato, formando una sorta di “cresta” sopra la testa; le mani sono nascoste da guanti bianchi di lana e il viso è coperto da un cappuccio di tela dello stesso colore. Sono indossate da uomini e da donne che, oltre a ballare, si divertono a nascondere la propria identità soprattutto agli amici e ai conoscenti.



Sos burrones sono maschere esclusivamente maschili che indossano capi dell'abbigliamento tradizionale,  tra i quali i pantaloni “a s'isporta”, stretti alle ginocchia che si infilano dentro i gambali di cuoio scuro. Scuro come l'abbigliamento, il viso è “tinto” di nero con il sughero bruciato.

Le maschere, riscoperte oltre trent'anni fa dall'Associazione Onnigaza, saranno indossate ancora una volta dai componenti dello stesso Gruppo.







lunedì 6 febbraio 2012

Per le vie del borgo va l'odor ... dei fritti!

 Con l'avvicinarsi dei giorni più intensi del carnevale diventa più frequente sentire per le vie del paese l'odore caratteristico dei dolci fritti. Dalla festa di sant'Antonio (16 gennaio) si apre il carnevale: in alcuni paesi le domeniche ci si ritrova in piazza per i balli tradizionale e ovunque le donne sono impegnate a preparare i dolci della tradizione.
A Ghilarza, anche se non esclusivi del paese, si preparano
  • culurzones frìssios: ravioli fritti preparati con una sottile sfoglia di farina semola lavorata con lo strutto, con all'interno una piccola quantità di ripieno dolce (il più diffuso è la marmellata di mele cotogne) e spolverati di zucchero;
  • meravìllias: 'grovigli' di strisce di sfoglia di farina semola lavorata con lo strutto. Anche queste fritte e spolverate di zucchero;
  • orrubiolos: l'ingrediente principale di queste 'polpette' fritte e dalla forma allungata è il formaggio fresco o la ricotta;
  •  pasta rosa: pastella di latte, farina e uova fritta con un apposito stampo.
Ma i dolci più apprezzati sono sas tzìpulas, lunghi e grossi fili di pasta lievitata e fritta arrotolata a spirale. La preparazione de sas tzìpulas richiede una buona conoscenza di diversi saperi e competenze: saper lavorare energicamente l'impasto, conoscere i tempi e le caratteristiche della lievitazione, avere una buona manualità per la frittura. Infatti, non è semplice far scivolare l'impasto nell'olio bollente, attraverso un particolare imbuto o un sacchetto di tela, e contemporaneamente arrotolarlo e girare la frittella dall'altra parte per ultimare la cottura.