Dal
1986, anno del decennale della propria fondazione, il Gruppo Onnigaza
organizza a Ghilarza gli Incontri di Musica Popolare. Ogni
anno tra la fine di novembre e le prime settimane di dicembre,
vengono programmati seminari, conferenze, incontri sulla musica
popolare. Etnomusicologi ed esperti, provenienti spesso dalla
Penisola o dall'estero, illustrano specifici argomenti di musica
etnica delle diverse aree del mondo; strumentisti, cantori e
danzatori eseguono dimostrazioni didattiche relative ai brani della
tradizione dei loro paesi d'origine. In diverse occasioni sono stati
proiettati video, documentari e film oppure presentati libri
riguardanti la musica popolare.
Particolare
interesse è rivolto alla musica sarda, ma nelle passate edizioni
sono stati dedicati incontri alla musica indiana, senegalese,
mediterranea, ecc..
L'iniziativa,
ideata e organizzata ogni anno dal Gruppo Onnigaza, vede la
partecipazione di un pubblico attento e numeroso, proveniente dalle
quattro province dell'Isola. Il programma viene inviato a numerose
persone: ricercatori, antropologi, etnomusicologi, giornalisti,
appassionati che vivono nella Penisola o all'estero, che pur non
potendo essere sempre presenti mostrano interesse chiedendo
informazioni e divulgando notizie riguardanti gli Incontri.
Un
momento particolare degli Incontri riguarda il laboratorio di danze
popolari che ha lo scopo di insegnare e divulgare il ballo
tradizionale, in particolare - ma non esclusivamente - tra i giovani
e i giovanissimi, i quali hanno mostrato molto interesse per
l'iniziativa.
Gli
Incontri di musica popolare non hanno scopo di lucro; l'unico intento
è quello di approfondire scientificamente vari aspetti della musica
tradizionale e diffonderne l'interesse.
XXVII edizione – Ghilarza 8 dicembre 2012
SONOS DE FESTA
La festa, sacra o profana, come tempo straordinario si contrappone ciclicamente al tempo ordinario della quotidianità, sempre uguale negli elementi strutturali ma sempre diversa nel suo ripetersi. L'insieme di variazioni, spesso minime rispetto allo svolgersi negli anni precedenti o successivi, fanno si che le feste di anno in anno non si ripetano mai identiche alle altre.
Nella
sala della Torre Aragonese, il numeroso pubblico ha seguito con
attenzione e interesse l'esposizione dell'etnomusicologo che ha
offerto spunti di riflessione e informazioni, esito della sua intensa
attività di ricerca sul campo e di altri suoi illustri colleghi,
come Bernard Lortat-Jacob, Pietro Sassu e Ignazio Macchiarella, più
volte ospiti delle passate edizioni degli Incontri di Musica
Popolare.
Marco
Lutzu, etnomusicologo e antropologo, è ormai uno dei maggiori
esperti di musica di tradizione orale della Sardegna, della quale
studia diverse forme: la musica strumentale (in particolare le
launeddas) e quella corale (in particolare il canto a tenore), le
diverse tipologie di canto a poesia (in particolare quella
campidanese e sa
repentina). Si è
occupato anche di rap
e hip
hop, generi
più moderni che in Sardegna presentano, in alcuni casi, forti
commistioni con la cultura e la lingua sarda.
Gli
ambiti di ricerca di Marco Lutzu sono prevalentemente:
Etnomusicologia della Sardegna, Musica afro-cubana, Musica e gesto,
Musica e sacro.
È docente nella Scuola di Etnomusicologia del Conservatorio di Cagliari dove insegna Ricerca sul Campo e Generi e forme della Musica Tradizionale in Sardegna ed è stato consulente scientifico per la mostra multimediale Abitare la Musica (Regione Sardegna), per il Museo Multimediale del Canto a Tenore (Comune di Bitti) e per il progetto Studio della tradizione poetica estemporanea e de sa repentina (Provincia del Medio Campidano).
Ha pubblicato numerosi lavori: pubblicazioni varie stampate e on-line, CD e DVD. É uno dei curatori e autore dell'Enciclopedia della musica sarda, pubblicata dall'Unione Sarda per la collana la biblioteca dell'identitàÈ docente nella Scuola di Etnomusicologia del Conservatorio di Cagliari dove insegna Ricerca sul Campo e Generi e forme della Musica Tradizionale in Sardegna ed è stato consulente scientifico per la mostra multimediale Abitare la Musica (Regione Sardegna), per il Museo Multimediale del Canto a Tenore (Comune di Bitti) e per il progetto Studio della tradizione poetica estemporanea e de sa repentina (Provincia del Medio Campidano).
XXVI edizione – Ghilarza 5 - 11 dicembre 2011
L'edizione, in occasione dei 35 anni di attività dell'Associazione, si è articolata in diverse iniziative e attività non tutte strettamente attinenti all'argomento della musica popolare:
- Oggetti della memoria;
- A passu di pizzica dal Salento alla Sardegna;
- Incontro con i musicisti salentini e l'Associazione Onnigaza;
- “.....Ballant su ballu tundu cun mucadore e bunnedda, zipone e cambussinu....”.
La parte dedicata alla musica dal vivo è stata preceduta dalla proiezione di alcuni spezzoni di Sentite buona gente, una trasmissione Rai registrata a metà degli anni Sessanta, mai mandata in onda, a cura dell'etnomusicologo Roberto Leydi e con la collaborazione di Diego Carpitella. Del video sono stati scelti alcuni brani di musica salentina, tra i quali l'esibizione di un'”orchestrina terapeutica” per il tarantismo, e di musica sarda con un intervento del poeta Peppino Marotto e l'esibizione di un coroa tenore e un gruppo di ballo di Orgosolo.
La parte del concerto in sala ha avuto come protagonisti Anna Cinzia Villani, Enza Pagliara eGianluca Longo, conosciuti e apprezzati artisti che esportano la musica tradizionale della loro terra nel mondo attraverso tournéee una vasta produzione discografica. Gli artisti si sono esibiti in un nutrito programma di pizziche, ninnenanne, canti di lavoro e d'amore; non sono mancate alcune dimostrazioni delle danze tradizionali salentine che, in alcuni casi, hanno avuto il coinvolgimento del pubblico.
Anna Cinzia Villani ha iniziato in giovane età la sua attività di ricerca che ha riproposto al pubblico attraverso il repertorio dei diversi gruppi musicali dei quali ha fatto parte. Capace dei virtuosismi tipici della vocalità tradizionale, la sua voce è una delle più conosciute della tradizione pugliese. Grazie al suo sapiente e paziente lavoro di ascolto e confronto con di cantori – uomini e donne – della sua terra, ha saputo allargare la conoscenza del repertorio e a migliorare sempre più la tecnica vocale, diventando una vera professionista. Anna Cinzia Villani si esibisce con diverse formazioni e partecipa a diversi progetti musicali del Salento e della bassa Murgia. Oltre che con la sua splendida voce, a Ghilarza Anna Cinzia Villani si è esibita anche suonando l'armonica a bocca e l'organetto diatonico.
Enza Pagliara, è una delle migliori e interessanti voci dell'Italia meridionale. Protagonista di importanti iniziative e sperimentazioni musicali si esibisce, con artiste italiane – come Giovanna Marini – e straniere, in un vasto repertorio non esclusivo del Salento. La critica, particolarmente interessata alla sua voce e alla sua personalità, esprime giudizi estremamente positivi. A Ghilarza, oltre ad essersi esibita come splendida voce solista e come suonatrice di tamburello, ha proposto – insieme ad Anna Cinzia Villani – degli emozionanti brani in polifonia. Anche Enza Pagliara svolge attività di ricerca nel campo della musica tradizionale della Puglia.


Anche Gianluca Longo vanta un eccellente curriculum: è stato direttore e arrangiatore dell'Orchestra Popolare Abruzzese della Trasumanza, ha lavorato nello spettacolo teatrale Molto rumore per nullaal Globe Teathre di Roma, sotto la direzione di Gigi Proietti, ha suonato con numerosi artisti tra i quali: Franco Battiato, Massimo Ranieri, Francesco De Gregori, Lucio Dalla, Gianna Nannini, Piero Pelù, Carmen Consoli, Eugenio Finardi, Vinicio Capossela, Capareza, Giovanni Lindo Ferretti, Morgan, Davide Van de Sfroos. Non ha trascurato gli aspetti della musica tradizionale e ha pubblicato il lavoro etnografico Il mandolino: storie di uomini e suoni nel Salentoe il CD Danzalaterra. Virtuoso di diversi strumenti a corde, oltre alla chitarra, a Ghilarza ha suonatoil tamburello.
Nel saluto di apertura, così come in tutte le vetrine allestite, è stata ricordata RossellaUrru, la volontaria di Samugheo rapita lo scorso mese di ottobre in Algeria; un gesto di solidarietà in attesa di un rapido e positivo esito della vicenda.

Con lo scopo di conoscere i rispettivi repertori e di apprendere i primi passi delle danze sia sarde che pugliesi, l'appuntamento dell'8 dicembre è stato preceduto da un incontro-laboratorio tra il Gruppo Onnigaza e gli ospiti pugliesi.
“...Ballant su ballu tundu cun mucadore e bunnedda, zipone e cambussinu....” -Gli Incontri di Musica Popolare si sono conclusi l'11 dicembre, sempre nella Torre Aragonese, con un incontro dedicato all'abbigliamento tradizionale di Ghilarza. L'argomento, strettamente legato all'attività dei gruppi folkloristici, è stato presentato da Marinella Marras, storica delle Tradizioni Popolari, che anche attraverso la proiezione di materiali iconografici e fotografici, dopo un'introduzione di carattere generale sul vestiario tradizionale della Sardegna, ha illustrato le diverse fogge indossate dai ghilarzesi nel corso dei secoli, le ricerche fatte dall'Associazione e le ricostruzioni realizzate dal 1976.
ORGANETTO E FISARMONICA: strumenti ad ance libere... di creare musica
Attraverso la proiezione di schede esplicative e di audiovisivi, Marcello Marras, esperto di musiche di tradizione orale e docente nel corso di etnomusicologia del Conservatorio di Cagliari, ha coordinato e condotto l'incontro presentando la storia dei due strumenti, la loro introduzione in Sardegna e il loro attuale utilizzo in contesti musicali differenti (folk, blues, country, jazz,...) e nei diversi continenti. I materiali proposti hanno permesso di conoscere i contesti (luoghi, momenti, e partecipazione) e di ascoltare musiche “colte” e diffuse a livello di concerti e grandi eventi (per es. i tanghi di Astor Piazzola) e musiche tradizionali, come pizziche, tammuriate, tarantelle o altre brani espressione delle comunità dei neri d'America
All'incontro hanno partecipato l'organettista Carlo Boeddu e il fisarmonicista Gianni Ore, che hanno parlato di repertori e tecniche di suono, della trasmissione e delle variazioni che si verificano da una generazione all'altra, ma anche della loro esperienza come esecutori musicali sia in occasione di numerose feste in Sardegna sia nel contesto dei gruppi folkloristici sardi nell'isola e nelle esibizioni nella penisola o nei diversi continenti.
Carlo Boeddu, già in giovane età, è diventato uno dei migliori organettisti sardi. Ha frequentato la Scuola civica per la Musica di Nuoro, della quale – da alcuni anni, così come a Silanus e Cabras – è diventato docente di organetto. É il suonatore ufficiale di alcuni gruppi folkloristici sardi con i quali ha partecipato a numerose manifestazioni e festival in giro per il mondo. È stato docente di organetto in diversi seminari e stage in Italia e in Europa.
Gianni Ore comincia a studiare lo strumento della fisarmonica a nove anni, prima con il maestro Cocco e, successivamente, con il maestro Madau. Inizia a suonare in pubblico appena adolescente e continua l'attività di studio dello strumento. Viene chiamato in occasione delle feste come suonatore solista o come componente di formazioni che propongono balli e canti tradizionali. Diversi gruppi folk sardi si esibiscono in Sardegna, in Italia ed Europa al suono della sua fisarmonica.
Entrambi hanno eseguito alcuni brani del repertorio tradizionale delle diverse aree geografiche della Sardegna ma anche brani popolari di altre regioni o nazioni.
L'artigiano abruzzese Domenico Ciantra, costruttore di organetti – l'unico presente in Sardegna –, ha arricchito ulteriormente l'argomento narrando dell'attività imparata da bambino frequentando il laboratorio del nonno e dello zio e parlando delle fasi della costruzione, anche mostrando e spiegando i diversi elementi che compongono l'organetto.
XXIV edizione – Ghilarza 8 dicembre 2009
MUSICHE E STORIE RACCONTATE DALLE DONNE
In collaborazione con l'Istituto Superiore Etnografico della Sardegna, gli Incontri di Musica Popolare 2009, dal titolo MUSICHE E STORIE RACCONTATE DALLE DONNE, hanno proposto la proiezione dei film Vjesh/canto di Rossella Schillaci (Italia, 2007) e Gosto de ti como és di Silvia Firmino (Portogallo, 2005). È stata un'edizione dedicata al mondo femminile: due donne hanno realizzato i due film proiettati e sempre le donne sono state protagoniste dei due documentari girati in Basilicata e in Portogallo, entrambi vincitori della rassegna SIEFF, Sardinia International Ethnographic Film Festival, iniziativa organizzata a Nuoro – con cadenza biennale – dall’Istituto Superiore Etnografico della Sardegna (ISRE).
Vjesh/canto è un documentario sulle storie delle donne di San Costantino e San Paolo Albanese, in Basilicata, e dei loro canti che raccontano l’amore, il lavoro ma anche la fuga degli albanesi rifugiatisi nell’Italia meridionale cinque secoli fa. Queste due comunità lucane e le loro tradizioni sono presentate dal punto di vista femminile attraverso ricordi, gioie, sfoghi e fatiche delle donne.Vjesh/canto ha partecipato a numerosi festival in Italia e all’estero, in occasione dei quali ha ottenuto numerosi riconoscimenti e premi. Gosto de ti como és (Mi piaci come sei), riprende la festa di Sant’Antonio a Lisbona e, in particolare, i preparativi da parte di una famiglia del quartiere antico di Bica. In onore del Santo, ogni quartiere prepara la propria partecipazione alla processione lungo la strada principale della città con una rappresentanza che ogni anno cambia costumi, musiche e coreografie. Il film riprende la lunga fase di preparazione, le discussioni e le decisioni dei protagonisti, la processione e la lunga attesa per conoscere il vincitore tra i quartieri partecipanti.
Alla rassegna SIEFF 2008 di Nuoro, è stato premiato come il miglior film prodotto e ambientato in paesi del Mediterraneo con la seguente motivazione: Attraverso una positiva combinazione di materiali audiovisivi, ed una attenzione particolare a specifiche soggettività femminili, il film problematizza in maniera articolata il carattere performativo e simbolico di certi fenomeni socioculturali inquadrando le pratiche canore tradizionali nelle dinamiche di mutamento locale ed extralocale
Al festival SIEFF 2006 è stato premiato come il miglior film prodotto e ambientato in paesi del Mediterraneo “ per la brillante rappresentazione di una comunità urbana coinvolta in una festività tradizionale, rinnovando legami sociali e spirituali”.