Quest'anno, in Sardegna,
la festa di sant'Antonio è caratterizzata dalla presenza dei quattro
elementi fondamentali: Fuoco, Aria, Terra e Acqua.
Sotto forma di pioggia o
di neve, quest'anno l'acqua non è mancata attorno ai numerosi falò
accesi in onore del Santo fortemente legato all'elemento fuoco.
La terra ha offerto il
suo frutto, l'albero fatto ardere per auspicare protezioni sacre e
profane e attorno a questo sacrificio continuano a celebrarsi antichi
rituali agrari, ormai adattati alle moderne generazioni.
Nell'aria, dal primo
pomeriggio, si alzano dense colonne di fumo; indicano anche a
distanza il rispetto della tradizione e la presenza di gruppi che
attorno ai falò si radunano per rafforzare amicizie e senso di
appartenenza a specifiche categorie sociali o lavorative o per
sciogliere un voto per una grazia ricevuta.
Ma l'elemento con il
quale viene identificata la festa è il fuoco. Falò di dimensioni e
forme diverse, cataste di tronchi o di fascine di arbusti profumati
vengono preparati e accesi un po' ovunque in Italia, anche a
ricordare le origini contadine di molte comunità. Il fuoco riscalda
nel freddo dell'inverno, illumina il buio delle brevi giornate
d'inizio anno, purifica e illumina in senso materiale e
simbolicamente spirituale. Riti di propiziazione si celebrano attorno
a questi fuochi: spesso le processioni guidate dai sacerdoti girano
attorno ai tronchi accesi dopo la loro benedizione, ceste di pani e
dolci benedetti passano davanti alle fiamme prima d'essere
distribuiti ai fedeli; altre volte sono le donne che compiono un
numero preciso di giri prima di offrire i dolci della festa a
parenti, amici e sconosciuti che vengono a visitare i falò accesi
davanti alle loro abitazioni. Riti di iniziazione o di passaggio: in
molti paesi spetta ancora oggi ai giovani diciottenni organizzare il
fuoco principale insieme alla festa che lo accompagna e questo
momento segna una sorta di passaggio all'età adulta.
Il nero dell'inverno, il
nero del bruciato ricopre spesso il viso dei giovani e delle prime
maschere che, al calare della sera, fanno la loro prima comparsa
dando così il via al carnevale. Anche nei dolci tipici di questa
festa sono predominanti il colore quasi nero de su pistiddu, de su
pani de saba e de sa panischedda. Per
tutti questi dolci l'ingrediente indispensabile è la
sapa, una melassa molto scura, ricavata dai fichi d'India o dal mosto
cotto e concentrato.
Ma
presto l'allegria del carnevale, non sempre rappresentato in Sardegna
da colori sgargianti, riempirà le giornate invernali in attesa della
primavera e del risveglio della natura auspicato con i falò.
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