venerdì 18 ottobre 2013

In riva al lago Omodeo si festeggia l'arcangelo Raffaele

19 ottobre 1931
Carissima mamma,
ho ricevuto la tua lettera del 14 e sono stato molto contento nel sapere che ti sei rinforzata e che andrai almeno per un giorno alla festa di San Serafino. Come mi piaceva, da ragazzo, la valle del Tirso sotto San Serafino! Stavo ore e ore seduto su una roccia ad ammirare quella specie di lago che il fiume formava proprio sotto la chiesa, per il nesserzu costruito più a valle, a vedere le gallinelle che uscivano dai canneti tutto intorno a nuotare verso il centro, e i salti dei pesci che cacciavano le zanzare. Forse adesso è tutto cambiato, se hanno incominciato a costruire la chiusa progettata per raccogliere le acque del Flumineddu.
[…] Abbracci a tutti, specialmente ai bambini e a te, cara mamma, il più teneramente possibile.

Antonio


Così scriveva Antonio Gramsci alla madre. Ricordava la località di San Serafino e la sua festa, il suo malinconico ricordo simile a quello che ancora oggi provano molti altri ghilarzesi quando non vi possono partecipare. Gramsci, trascorse l'infanzia e l'adolescenza a Ghilarza, il paese della madre nel quale la famiglia si trasferì da Sorgono, e a San Serafino la zia Grazia Delogu aveva una casetta, unu muristene, dove diversi componenti della famiglia più volte si trasferirono in occasione della novena.
 
 
Ieri pomeriggio, con il trasferimento del simulacro del Santo, oltre cento famiglie ghilarzesi si sono trasferite nel novenario per i festeggiamenti in onore dell'arcangelo Raffaele. Oggi iniziano i riti religiosi e la festa in piazza che andranno avanti sino a domenica 27 ottobre, quando in mattinata la statua del Santo verrà accompagnata dai devoti dal novenario alla chiesa parrocchiale di Ghilarza.
Domenica 20 ottobre e giovedì 24 ottobre, il giorno della festa liturgica dell'Arcangelo, in mattinata, prima della celebrazione della Messa e della novena, si svolgerà la processione all'interno del novenario. Gli altri giorni: alle 18.30 recita e canto del Rosario in sardo, Messa e Novena e a conclusione il canto de sas crubas (o gosos) dedicati al Santo.
 
Tutte le notti: balli sardi in piazza con diversi suonatori.

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