19
ottobre 1931
ho
ricevuto la tua lettera del 14 e sono stato molto contento nel sapere
che ti sei rinforzata e che andrai almeno per un giorno alla festa di
San Serafino. Come mi piaceva, da ragazzo, la valle del Tirso sotto
San Serafino! Stavo ore e ore seduto su una roccia ad ammirare quella
specie di lago che il fiume formava proprio sotto la chiesa, per il
nesserzu costruito più a valle, a vedere le gallinelle che uscivano
dai canneti tutto intorno a nuotare verso il centro, e i salti dei
pesci che cacciavano le zanzare. Forse adesso è tutto cambiato, se
hanno incominciato a costruire la chiusa progettata per raccogliere
le acque del Flumineddu.
[…]
Abbracci a tutti, specialmente ai bambini e a te, cara mamma, il più
teneramente possibile.
Antonio
Così scriveva Antonio Gramsci alla madre. Ricordava la località di San Serafino e la sua festa, il suo malinconico ricordo simile a quello che ancora oggi provano molti altri ghilarzesi quando non vi possono partecipare. Gramsci, trascorse l'infanzia e l'adolescenza a Ghilarza, il paese della madre nel quale la famiglia si trasferì da Sorgono, e a San Serafino la zia Grazia Delogu aveva una casetta, unu muristene, dove diversi componenti della famiglia più volte si trasferirono in occasione della novena.
Domenica
20 ottobre e giovedì 24 ottobre, il giorno della festa liturgica
dell'Arcangelo, in mattinata, prima della celebrazione della Messa e
della novena, si svolgerà la processione all'interno del novenario.
Gli altri giorni: alle 18.30 recita e canto del Rosario in sardo,
Messa e Novena e a conclusione il canto de sas
crubas (o gosos)
dedicati al Santo.
Tutte
le notti: balli sardi in piazza con diversi suonatori.
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