venerdì 27 aprile 2012

ROSSELLA LIBERA!



Un sentito e triste appello l'avevamo fatto in occasione degli Incontri di Musica Popolare, lo scorso 8 dicembre. Avevamo chiesto, così come da mesi fa l'intera Sardegna e tutto il mondo, la liberazione della nostra conterranea Rossella Urru e avevamo sperato in una sua immediata liberazione. Abbiamo scritto "ROSSELLA LIBERA!" nelle vetrine dei negozi di Ghilarza e l'abbiamo ripetuto presentando la nostra iniziativa.

Consapevoli che la nostra voce non sia per niente importante, abbiamo sentito il bisogno di chiedere anche noi questa liberazione, certi

  • che a ogni voce aggiunta il coro riesca a farsi sentire più forte,
  • che le richieste giuste non possano non essere ascoltate,
  • che in queste situazioni l'affetto e la solidarietà, anche per persone che non si conoscono personalmente, abbiano forme di manifestazione insolite e inspiegabili che comunque confortano, sostengono, creano una rete di valori che aiutano a superare le difficoltà di chi ne è direttamente coinvolto e aiutano a crescere le persone oneste che si sentono parte dell'umanità.

Nei primi giorni di marzo avevamo esultato per la sua liberazione, purtroppo rivelatasi nel giro di poche ore falsa.

A distanza di oltre cinque mesi, ripetiamo e chiediamo che Rossella Urru sia liberata. La cooperante sarda è stata rapita, insieme a due colleghi spagnoli, tra il 22 e il 23 ottobre scorsi in un campo profughi Saharawi nel sud dell'Algeria. Da quel giorno abbiamo conosciuto la storia di una giovane forte, una donna decisa, una PERSONA che – concretamente e a tempo pieno – ha messo la propria vita al servizio degli altri, dei più bisognosi. Ha scelto di farlo in una delle situazioni più a rischio, dove non bastano bontà, generosità, disponibilità ma servono anche intelligenza, capacità, competenze varie. Ha scelto di mettere a disposizione di altri popoli tutto questo: quanto la sua natura umana gli ha donato e che ha innato nel suo carattere e quanto, con la sua volontà, ha costruito nel suo essere e nella sua vita, dedicando la sua gioventù alla studio e alla formazione per realizzare progetti che abbracciano l'umanità sofferente. Rossella Urru – come altre persone, altre donne, altri giovani – ha scelto questa vita: vivere distante (geograficamente) dai propri affetti (famiglia, amici, passioni); svolgere la propria missione in silenzio, lontana da riflettori e amplificatori (che per questa dura prova, invece, ce l'hanno fatta conoscere); darsi da fare perché il mondo possa essere realmente migliore.

Rossella Urru lavora per per il grande valore della libertà:

  • libertà delle persone e dei popoli;
  • libertà dalla fame e dalla povertà;
  • libertà dalle sofferenze e dalle ingiustizie.

Per tutto questo Rossella Urru deve essere liberata e per tutto questo il mondo ha bisogno che Rossella sia libera!

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