Un sentito e triste appello l'avevamo fatto in occasione degli Incontri di Musica Popolare, lo scorso 8 dicembre. Avevamo chiesto, così come da mesi fa l'intera Sardegna e tutto il mondo, la liberazione della nostra conterranea Rossella Urru e avevamo sperato in una sua immediata liberazione. Abbiamo scritto "ROSSELLA LIBERA!" nelle vetrine dei negozi di Ghilarza e l'abbiamo ripetuto presentando la nostra iniziativa.
Consapevoli
che la nostra voce non sia per niente importante, abbiamo sentito il
bisogno di chiedere anche noi questa liberazione, certi
- che a ogni voce aggiunta il coro riesca a farsi sentire più forte,
- che le richieste giuste non possano non essere ascoltate,
- che in queste situazioni l'affetto e la solidarietà, anche per persone che non si conoscono personalmente, abbiano forme di manifestazione insolite e inspiegabili che comunque confortano, sostengono, creano una rete di valori che aiutano a superare le difficoltà di chi ne è direttamente coinvolto e aiutano a crescere le persone oneste che si sentono parte dell'umanità.
Nei
primi giorni di marzo avevamo esultato per la sua liberazione,
purtroppo rivelatasi nel giro di poche ore falsa.
A
distanza di oltre cinque mesi, ripetiamo e chiediamo che
Rossella Urru sia liberata.
La
cooperante sarda è stata rapita, insieme a due colleghi spagnoli,
tra il 22 e il 23 ottobre scorsi in un campo profughi Saharawi nel
sud dell'Algeria. Da quel giorno abbiamo conosciuto la storia di una
giovane forte, una donna decisa, una PERSONA che – concretamente e
a tempo pieno – ha messo la propria vita al servizio degli altri,
dei più bisognosi. Ha scelto di farlo in una delle situazioni più a
rischio, dove non bastano bontà, generosità, disponibilità ma
servono anche intelligenza, capacità, competenze varie. Ha scelto di
mettere a disposizione di altri popoli tutto questo: quanto la sua
natura umana gli ha donato e che ha innato nel suo carattere e
quanto, con la sua volontà, ha costruito nel suo essere e nella sua
vita, dedicando la sua gioventù alla studio e alla formazione per
realizzare progetti che abbracciano l'umanità sofferente. Rossella
Urru – come altre persone, altre donne, altri giovani – ha
scelto questa vita: vivere distante (geograficamente) dai propri
affetti (famiglia, amici, passioni); svolgere la propria missione in
silenzio, lontana da riflettori e amplificatori (che per questa dura
prova, invece, ce l'hanno fatta conoscere); darsi da fare perché il
mondo possa essere realmente migliore.
Rossella
Urru lavora per per il grande valore della libertà:
- libertà delle persone e dei popoli;
- libertà dalla fame e dalla povertà;
- libertà dalle sofferenze e dalle ingiustizie.
Per
tutto questo Rossella Urru deve essere liberata e per tutto questo il
mondo ha bisogno che Rossella sia libera!
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