(foto Gianluca Ledda)
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Questo
accade anche per le manifestazioni del carnevale dove le componenti
ereditate da un passato, magari lontano, vengono riproposte e
rivissute in maniera differente rispetto a quanto vissuto dalle
generazioni d'altri tempi.
Domani
a Ghilarza si svolgerà su carruzu a s'antiga, il carnevale
tradizionale che animerà il centro storico del paese con maschere
antiche, abiti e danze tradizionali. È, o era, caratteristico di
diversi paesi della regione storica del Guilcer.
Le
bianche maschere a lentzolu sono ormai confezionate con
lenzuola di cotone, non di pesante lino tessuto con il telaio
domestico, come si usava un tempo. Resta il 'gioco' di capire
chi si nasconda sotto la candida tunica ma non funziona più la
prova che permetteva di individuare un'identità maschile o femminile
sotto la maschera. Quando la maschera stava seduta, le si lanciava
addosso una caramella; se per acchiapparla la maschera stringeva le
ginocchia, era un uomo; se invece discostava le ginocchia, la
maschera era una donna. La differenza del movimento era data dal
differente abbigliamento. Infatti, gli uomini, indossando i pantaloni
e nonostante la tunica, istintivamente per trattenere la caramella,
dovevano compiere quel movimento; mentre le donne, non indossando mai
i pantaloni, erano abituate ad trattenere una qualsiasi cosa
scivolasse lungo gli abiti tendendo la gonna. Ormai tutte le maschere
indossano i pantaloni.
Sos
burrones non compiono più le scorribande tanto temute dalle
massaie: per tutto il periodo del carnevale entravano nelle case per
fare razzia di salumi, formaggi... persino pentole con cibi fumanti.
Incuranti dell'unto, a volte portavano sas tzìpulas appese al
collo, come dolci collane. Ora sos burrones, maschere maschili
con il viso annerito con il sughero e le gambe protette dai pesanti
gambali di cuoio, partecipano alle danze che si svolgono nelle
antiche piazzette: Ponte Chinisu, Putzu Carrazu, ...
Scomparsi
sos sòtzios, il carnevale di queste maschere, nel loro
habitat naturale del paese, ha la breve durata di una mezza giornata,
dal primo pomeriggio alla tarda serata della domenica che precede il
Giovedì Grasso. In ogni piccola piazza o incrocio fissato dalla
tradizione, tutti i partecipanti si fermano il tempo necessario per
eseguire qualche ballo tradizionale, poi – tutti insieme –
raggiungono la tappa successiva. Un tempo tutte le domeniche e le
ultime giornate di carnevale, nelle piazze si succedevano i
componenti dei diversi sòtzios; contemporaneamente le piazze
erano animante da suonatori, danzatori e misteriose maschere. Si
allontanava un gruppo e ne arrivava un altro, a ballare sul
fastidioso selciato che rendeva tutto più difficile e faticoso. Ma
ci si divertiva, come si divertiranno anche quest'anno quanti
parteciperanno a questa festa ereditata dal passato ma sempre
diversa.
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