domenica 29 aprile 2012

Giornata internazionale della danza


Anche quest'anno, il 29 aprile, in occasione della giornata internazionale dedicata alla danza, nelle pagine del nostro blog proponiamo alcune pubblicazioni sulle danze tradizionali sarde.

Segnaliamo:

Gerolama Carta Mantiglia - Antonio Tavera, Il ballo sardo: storia, identità e tradizione. Vol. I: Le fonti del ballo sardo, Ed. Taranta, 1999.

Come scrive Giuseppe Michele Gala, che ne ha curato l'introduzione, si tratta di uno ”studio documentario di ricostruzione storica dei balli tradizionali in Sardegna attraverso una meticolosa ricerca delle fonti scritte, archeologiche e iconografiche”. Il volume raccoglie le numerose fonti archivistiche, storiche, iconografiche e letterarie prodotte sull'argomento a partire dall'antichità ma soprattutto nel 1700, 1800 e la prima metà del 1900. Un'interessante appendice iconografica e fotografica completa il lavoro.



Giuseppe Michele Gala (a cura di), Il ballo sardo: storia, identità e tradizione. Vol. II: Forme e contesti del ballo sardo. Ed. Taranta, 2000.
Il libro propone diversi contributi che analizzano il ballo tradizionale sardo per quanto riguarda i suoi aspetti di carattere antropologico, storico, musicale e etnocoreutico. Gli autori Pietro Clemente, Giuseppe Michele Gala, Marcello Marras, Marinella Marras, Martino Corimbi, Gerolama Carta Mantiglia, Antonio Tavera, Angelo Pisanu e Beatrice Monticelli esaminano le danze tradizionali e le loro caratteristiche, le occasioni, l'attuale stato di vitalità della loro pratica, compreso il rapporto tra tradizione ed esibizioni folkloristiche.

venerdì 27 aprile 2012

ROSSELLA LIBERA!



Un sentito e triste appello l'avevamo fatto in occasione degli Incontri di Musica Popolare, lo scorso 8 dicembre. Avevamo chiesto, così come da mesi fa l'intera Sardegna e tutto il mondo, la liberazione della nostra conterranea Rossella Urru e avevamo sperato in una sua immediata liberazione. Abbiamo scritto "ROSSELLA LIBERA!" nelle vetrine dei negozi di Ghilarza e l'abbiamo ripetuto presentando la nostra iniziativa.

Consapevoli che la nostra voce non sia per niente importante, abbiamo sentito il bisogno di chiedere anche noi questa liberazione, certi

  • che a ogni voce aggiunta il coro riesca a farsi sentire più forte,
  • che le richieste giuste non possano non essere ascoltate,
  • che in queste situazioni l'affetto e la solidarietà, anche per persone che non si conoscono personalmente, abbiano forme di manifestazione insolite e inspiegabili che comunque confortano, sostengono, creano una rete di valori che aiutano a superare le difficoltà di chi ne è direttamente coinvolto e aiutano a crescere le persone oneste che si sentono parte dell'umanità.

Nei primi giorni di marzo avevamo esultato per la sua liberazione, purtroppo rivelatasi nel giro di poche ore falsa.

A distanza di oltre cinque mesi, ripetiamo e chiediamo che Rossella Urru sia liberata. La cooperante sarda è stata rapita, insieme a due colleghi spagnoli, tra il 22 e il 23 ottobre scorsi in un campo profughi Saharawi nel sud dell'Algeria. Da quel giorno abbiamo conosciuto la storia di una giovane forte, una donna decisa, una PERSONA che – concretamente e a tempo pieno – ha messo la propria vita al servizio degli altri, dei più bisognosi. Ha scelto di farlo in una delle situazioni più a rischio, dove non bastano bontà, generosità, disponibilità ma servono anche intelligenza, capacità, competenze varie. Ha scelto di mettere a disposizione di altri popoli tutto questo: quanto la sua natura umana gli ha donato e che ha innato nel suo carattere e quanto, con la sua volontà, ha costruito nel suo essere e nella sua vita, dedicando la sua gioventù alla studio e alla formazione per realizzare progetti che abbracciano l'umanità sofferente. Rossella Urru – come altre persone, altre donne, altri giovani – ha scelto questa vita: vivere distante (geograficamente) dai propri affetti (famiglia, amici, passioni); svolgere la propria missione in silenzio, lontana da riflettori e amplificatori (che per questa dura prova, invece, ce l'hanno fatta conoscere); darsi da fare perché il mondo possa essere realmente migliore.

Rossella Urru lavora per per il grande valore della libertà:

  • libertà delle persone e dei popoli;
  • libertà dalla fame e dalla povertà;
  • libertà dalle sofferenze e dalle ingiustizie.

Per tutto questo Rossella Urru deve essere liberata e per tutto questo il mondo ha bisogno che Rossella sia libera!

mercoledì 4 aprile 2012

Su nénnere: antica tradizione del Dio che muore per risorgere.


Ancora oggi capita di trovare nelle chiese della Sardegna, il Giovedì Santo, vasi contenti fitti steli di grano esili e delicati, di color giallo tenue. Si tratta di su nénnere, grano fatto germogliare al buio – un tempo sotto i letti o dentro le casse – che, a causa dell'assenza di luce, cresce 'pallido' per l'assenza della clorofilla. Vengono preparati poche settimane prima della Settimana Santa e il Giovedì Santo vengono portati nelle chiese per ornare altari e, soprattutto, quegli spazi chiamati Sepolcri, cappelle allestite per ospitare – sino al Sabato Santo – le particole consacrate.

La tradizione, un tempo diffusa in tutta la Sardegna ( oggi ancora a Cagliari, Orosei, …), ha origini antiche: i Fenici preparavano contenitori simili in onore del dio Adone e gli Ateniesi per festeggiare l’Erma Aethonius.
Ogni anno la religione fenicia festeggiava il dio Adone che moriva, si sacrificava, per poi risorgere e favorire così il risveglio, la rinascita primaverile della natura. Una similitudine con Gesù Cristo della religione cristiana che muore, si sacrifica, e risorgere per dare nuova vita agli uomini.