lunedì 27 gennaio 2014

Il Progetto ORBAXI all'UNLA di Oristano

Mercoledì 29 Gennaio alle ore 18,00 presso Il Centro Servizi Culturali di Oristano in Via Carpaccio, in collaborazione con Centro Servizi Culturali Unla, Biblioteca Gramsciana Onlus, Nur s.n.c., Associazione Mao, Gruppo Orbaxi, si svolgerà la presentazione del progetto Orbaxi.
Dopo i saluti del direttore Marcello Marras si svolgerà l’incontro coordinato da Giuseppe Manias (Biblioteca Gramsciana Onlus) che vedrà gli interventi di Mario Garau sulla produzione dell’Orbace e di Paolo Sirena direttore del museo Sa Corona Arrubia che ospiterà la prima mostra inoltre ci sarà la visione del video a cura di Mirko Cocco e Paolo Sanna sul laboratorio il filo dell’identità e di quello di Marco Serra sulle opere del progetto. Al termine dibattito con gli artisti.
 
PROGETTO ORBAXI
18 artisti in collaborazione con la Biblioteca Gramsciana e l'Associazione Memento Arte di Oristano organizzano un progetto artistico, culturale e di arte civile che vedrà a partire da febbraio toccare tutta la sardegna con mostre della durata di un mese circa. Si allega il link del sito http://orbaceart.jimdo.com/ dove ci sono tutte le indicazioni del progetto con tutto ciò che è stato fatto fino a oggi.
 
Artisti del gruppo ORBAXI:
Alfred de Locatelli , Desiree Spadafora, Fabrizio Da Prà, Federico Coni, Francesco Casale, Francesco Cubeddu, Gigi Meli, Graziano Cecchini, Ilaria Marongiu, Jacopo Cau, Luca Cossu, Marco Pili, Marco Serra, Marco Sesuru, Marie Claire Taroni, Massimo Spiga, Mauro Podda, Michele Marrocu.

venerdì 24 gennaio 2014

FÈMINAS: BOXIS NOAS E COSTUMADAS - BIÀGIU IN SA MÙSICA SACRA E PROFANA DE SAS FÈMINAS IN SARDIGNA

Ciò che molto facilmente risalta nei concerti di musica sarda di tradizione orale, o anche di esecuzioni informali, in contesti pubblici, di musica trasmessa oralmente, è la prevalenza di esecutori maschili. Ciò fa nascere spontanea la domanda In Sardigna sas fèminas non cantant?. Ma sia la memoria collettiva, sia fonti indirette, studi etnomusicologici, registrazioni, ci riportano ad un vivo e ricco canto femminile legato soprattutto allo spazio del privato della casa e della famiglia e al canto religioso devozionale. Rare infatti in passato erano le occasioni in cui le donne partecipavano ad esecuzioni pubbliche: vengono  ad esempio considerate un’ eccezione nel mondo del canto a chitarra le figure di Candida Mara, Maria Rosa Punzurudu e Annetta Spano. Dagli anni sessanta, segno di una graduale emancipazione femminile, con l’avvento del folk music revival aumenta la presenza della donna come protagonista musicale, sia come interprete di musiche di tradizione che di nuovi generi legati, in epoca di globalizzazione, all’inevitabile incontro tra linguaggi musicali tradizionali e musiche di importazione.
Approfondire la tematica, ancora per gran parte da esplorare, del canto femminile in Sardegna. E’ questo l’obiettivo che, in questa prima edizione di Approfondimenti etnomusicologici, l’Associazione Cantigos, propone in una due giorni (25 gennaio e 16 febbraio) in cui vari studiosi relazioneranno sull’argomento; il tutto completato dalle performance esemplificative di artisti sardi.
 
 
25 Gennaio 2014 h. 17.30 DomusArt (ex Casa Angioni)-Quartucciu

Sa musica sacra e profana in su cantu feminile de sa tradizione sarda

Moderatore: Marco Lutzu-Etnomusicologo

Relatori:

Lugi Pancrazio Delogu-Musicologo
Vox Feminae … Letalis est hic morbus
Considerazioni sulla musica e sulle Donne nel medioevo
L'intervento vuol semplicemente prendere in considerazione alcuni aspetti della condizione femminile nel medioevo cercando di scoprire quale fu il ruolo della Donna nel tentativo di poter comprendere in che modo il mondo delle donne si relazionò con quello musicale, sia nel Continente Europeo sia nella nostra Isola, sbirciando in quella che era la normalità quotidiana.

Marinella Marras – Antropologa
Il canto delle donne, il canto della vita
Soprattutto in passato, il ciclo della vita era segnato da brani cantati da voci femminili.
Il canto delle donne accompagnava la vita, dalla nascita alla morte. Con le anninnias le mamme addormentavano i bambini; con gli atìtidos le donne ricordavano e piangevano i morti. Con duru duru e filastrocche i bambini giocavano e imparavano: ritmi, musiche, movimenti, nomi e altro.
Le donne cantavano prevalentemente nello spazio privato della casa e della famiglia; quando era possibile, nei luoghi e nei momenti dedicati al lavoro; nei contesti pubblici non c'era molto spazio per loro, né in occasione delle feste né in occasione delle funzioni religiose.

Roberto Milleddu-Etnomusicologo
Aspetti del canto femminile religioso in Sardegna: una breve ricognizione.
Storicamente escluse dal versante propriamente liturgico, le donne sarde hanno avuto una parte significativa in pratiche di canto religioso legato al versante devozionale tanto in ambito comunitario quanto privato/familiare. Con questa conversazione proveremo a ripercorrere, con un approccio etnomusicologico, repertori e pratiche di canto religioso fra storia e tradizione viva.

Noemi Manca-Etnomusicologa
Il canto femminile nelle fonti e negli studi etnomusicologici
Sia fonti indirette come quelle dei resoconti dei viaggiatori o di eruditi locali, sacerdoti e maestri di scuola, sia le ricerche portati avanti da studiosi come Giulio Fara, Gavino Gabriel, Giorgio Nataletti e Pietro Sassu sino agli studi dell’ultimo decennio, ci riportano ad un vivo ed importante repertorio di canti femminili.

H 19.30 Concerto
Rosarianti di Belvì
Rosarianti di Dolianova
Marinella e Susi Marras
Con la partecipazione di Elena Ledda e Simonetta Soro


giovedì 23 gennaio 2014

Il canto delle donne in un convegno a Quartucciu

L'Associazione culturale Gruppo Vocale Cantidos organizza a Quartucciu, l'iniziativa Approfondimenti etnomusicologici. Questa prima edizione, dal titolo Fèminas: Boxis Noas e Costumadas, propone due appuntamenti dedicati alla tradizione e alla rielaborazione del repertorio dei canti femminili della Sardegna.

Per il primo, dedicato al canto sacro e profano delle donne nella tradizione sarda, è in programma per sabato 25 gennaio, nella DomusArt (ex Casa Angioni), alle 17,30. Coordinati dall'etnomusicologo Marco Lutzu, parleranno Luigi Pancrazio Delogu – musicologo, Marinella Marras – antropologa, Roberto Mileddu – etnomusicologo, Noemi Manca – etnomusicologa. Alle 19,30 seguirà una parte musicale con l'esecuzione del Rosario tradizionale di Belvì e del Rosario tradizionale di Dolianova; anninnias e Duru duru eseguiti da Susi e Marinella Marras di Ghilarza (saranno quindi presenti le voci femminili della nostra Associazione) e la partecipazione di Elena Ledda e Simonetta Soro che proporranno diversi brani della tradizione sarda.

Il secondo appuntamento, domenica 16 febbraio, sarà dedicato alle innovazioni e rielaborazioni del canto femminile sardo; ne parleranno Marco Lutzu – etnomusicologo, Luigi Oliva – maestro di coro, Chiara Chierroni – etnomusicologa. Per le esecuzioni musicali parteciparanno il Gruppo Vocale Cantidos, il Gruppo musicale Andhira, Rossella Faa con Giacomo Deiana (chitarra) e Nicola Angelo Cossu (contrabasso).

martedì 14 gennaio 2014

Antonio, il santo del fuoco.

Ghilarza - tuva

Ormai da alcuni giorni, sono entrati nel vivo i preparativi per la festa di sant'Antonio, sant'Antoni de su fogu. Ovunque in Sardegna, gli uomini sono impegnati a raccogliere la legna che giovedì – 16 gennaio – arderà nelle piazze e nei rioni dei paesi, mentre le donne preparano i dolci tradizionali della festa che apre il carnevale: panischedda, pani cun saba, pistiddu e tanti altri. Alla vigilia della festa, che nel calendario liturgico ricorre il 17 gennaio, nel primo pomeriggio in alcuni paesi, al tramonto in altri, enormi cataste di rosmarino raccolto in fascine o di secolari tronchi, fresche frasche e alberi ormai secchi, verranno consumate dal fuoco che profuma di lentisco e altre essenze mediterranee.
Attorno al fuoco benedetto i fedeli in processione compiono giri rituali, le donne portano ceste colme di pane – anch'esso benedetto – e di dolci da consumare subito dopo o da portare a casa, atto devozionale con il quale si chiede la protezione del Santo.
Attorno al fuoco si compiono i riti e le processioni profane delle maschere barbaricine alla loro prima uscita annuale. A volte le maschere irrompono e sovrappongono i loro suoni e i loro movimenti ai gesti e passi composti del sacro; altre volte le maschere attendono il giorno successivo per la loro prima comparsa, si muovono per le vie del paese e, attorno agli stessi fuochi che continuano a bruciare, danzano anch'esse per invocare la protezione della comunità.