lunedì 6 febbraio 2012

Per le vie del borgo va l'odor ... dei fritti!

 Con l'avvicinarsi dei giorni più intensi del carnevale diventa più frequente sentire per le vie del paese l'odore caratteristico dei dolci fritti. Dalla festa di sant'Antonio (16 gennaio) si apre il carnevale: in alcuni paesi le domeniche ci si ritrova in piazza per i balli tradizionale e ovunque le donne sono impegnate a preparare i dolci della tradizione.
A Ghilarza, anche se non esclusivi del paese, si preparano
  • culurzones frìssios: ravioli fritti preparati con una sottile sfoglia di farina semola lavorata con lo strutto, con all'interno una piccola quantità di ripieno dolce (il più diffuso è la marmellata di mele cotogne) e spolverati di zucchero;
  • meravìllias: 'grovigli' di strisce di sfoglia di farina semola lavorata con lo strutto. Anche queste fritte e spolverate di zucchero;
  • orrubiolos: l'ingrediente principale di queste 'polpette' fritte e dalla forma allungata è il formaggio fresco o la ricotta;
  •  pasta rosa: pastella di latte, farina e uova fritta con un apposito stampo.
Ma i dolci più apprezzati sono sas tzìpulas, lunghi e grossi fili di pasta lievitata e fritta arrotolata a spirale. La preparazione de sas tzìpulas richiede una buona conoscenza di diversi saperi e competenze: saper lavorare energicamente l'impasto, conoscere i tempi e le caratteristiche della lievitazione, avere una buona manualità per la frittura. Infatti, non è semplice far scivolare l'impasto nell'olio bollente, attraverso un particolare imbuto o un sacchetto di tela, e contemporaneamente arrotolarlo e girare la frittella dall'altra parte per ultimare la cottura.

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