martedì 14 gennaio 2014

Antonio, il santo del fuoco.

Ghilarza - tuva

Ormai da alcuni giorni, sono entrati nel vivo i preparativi per la festa di sant'Antonio, sant'Antoni de su fogu. Ovunque in Sardegna, gli uomini sono impegnati a raccogliere la legna che giovedì – 16 gennaio – arderà nelle piazze e nei rioni dei paesi, mentre le donne preparano i dolci tradizionali della festa che apre il carnevale: panischedda, pani cun saba, pistiddu e tanti altri. Alla vigilia della festa, che nel calendario liturgico ricorre il 17 gennaio, nel primo pomeriggio in alcuni paesi, al tramonto in altri, enormi cataste di rosmarino raccolto in fascine o di secolari tronchi, fresche frasche e alberi ormai secchi, verranno consumate dal fuoco che profuma di lentisco e altre essenze mediterranee.
Attorno al fuoco benedetto i fedeli in processione compiono giri rituali, le donne portano ceste colme di pane – anch'esso benedetto – e di dolci da consumare subito dopo o da portare a casa, atto devozionale con il quale si chiede la protezione del Santo.
Attorno al fuoco si compiono i riti e le processioni profane delle maschere barbaricine alla loro prima uscita annuale. A volte le maschere irrompono e sovrappongono i loro suoni e i loro movimenti ai gesti e passi composti del sacro; altre volte le maschere attendono il giorno successivo per la loro prima comparsa, si muovono per le vie del paese e, attorno agli stessi fuochi che continuano a bruciare, danzano anch'esse per invocare la protezione della comunità.

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